SUPERBIKE, IL PUNTO SULLA STAGIONE 2008

Vince il titolo e si ritira Troy Bayliss, l’asso australiano della Ducati

La stagione che si è conclusa lo scorso 2 novembre a Portimao (in Portogallo), sarà una di quelle difficili da dimenticare, per tutti gli appassionati che seguono il mondiale Superbike.

È infatti trionfalmente terminata la carriera di Troy Bayliss: l’asso australiano della Ducati, che sulla 1098 ha regalato anche quest’anno infinite emozioni e grandi successi a tutti i suoi fans, ha conquistato il titolo 2008 con largo anticipo, ma ha poi annunciato il suo ritiro dalle corse.
Bayliss chiude così la propria carriera a 39 anni, con ben 50 gare vinte e tre titoli mondiali, sempre sulla Ducati. Dopo un decennio di collaborazione con la rossa, il campione si dedicherà d’ora in avanti alla propria famiglia, ma rimarrà comunque nell’orbita di Borgo Panigale, come uomo immagine.

Troy è stato un pilota straordinario e, per commentarne tutte le doti, occorrerebbe un libro intero. Oltre alle vittorie però, parla per lui soprattutto il grande rispetto degli altri, che ha sempre mantenuto in ogni circostanza, grazie anche al suo carattere, semplice ed umile.
Per le molteplici gesta in pista poi, basti ricordare due episodi del periodo recente:
– la tenacia con la quale ha affrontato l’amputazione di un dito della mano sinistra, pur di poter subito tornare a correre (durante il GP d’Inghilterra 2007 a Donington);
– la strepitosa forma e determinazione del 2006, quando dopo aver vinto il secondo titolo in Superbike, si è permesso di correre l’ultima gara di MotoGP e vincerla, a Valencia, davanti a tutti i colleghi del motomondiale (Rossi compreso) sulla “difficile” Desmosedici.

Il mondiale Superbike 2008 non ha però visto unicamente i trionfi di Bayliss e della Ducati, nell’arco della lunga stagione sono stati ben 14 i round disputati (ognuno dei quali composto da due singole gare), dove si sono alternati otto vincitori diversi, su quattro tipi differenti di moto.
Il connazionale ed omonimo australiano di Bayliss, Troy Corser, con la Yamaha, ha chiuso al secondo posto il campionato, davanti al proprio compagno di squadra Noriyuki Haga. A far valere l’esperienza ci ha pensato anche Carlos Checa, veterano del motomondiale giunto quest’anno sulla Honda in Superbike, che ha chiuso al termine con il quarto posto in classifica generale.
Nonostante passino gli anni (21 per l’esattezza), quello della Superbike è rimasto ancora oggi un Campionato che parla molto italiano: gestito dall’organizzazione del gruppo Flammini, dominato dalla Ducati, è popolato da numerosi team di casa nostra, anche per le categorie di contorno, ovvero Supersport e Superstock, dove sono varie le strutture brianzole presenti (frequentemente può capitare di udire il dialetto monzese, fra le ospitalità del paddock).
Gli uomini che rappresentano l’Italia, come da tradizione, hanno quindi giocato un ruolo da protagonisti assoluti, specialmente dietro al muretto e nei box. Non solo la rossa 1098 ha mostrato il suo enorme potenziale tecnico, schiacciando con Bayliss tutti gli avversari, ma anche il team Yamaha Motor, che ha base a Gerno di Lesmo, poco distante dall’autodromo, ha consentito ai suoi piloti, Haga e Corser, di lottare per il titolo con la velocissima R1.
Sul fronte piloti, seppure sia una sola la vittoria tricolore 2008 (conquistata da Lorenzo Lanzi), al termine del campionato i migliori di casa nostra si sono piazzati nella top-ten; con Max Biaggi al settimo posto, proprio davanti al rivale e compaesano Michel Fabrizio. Entrambi sono romani ed hanno guidato una Ducati, questo ha acceso ulteriormente il loro già forte antagonismo, alimentato poi durante la stagione da due contatti in gara (con relative cadute ed accuse reciproche). Il corsaro, al di là del carattere (che può piacere o meno), ha comunque fatto parlare di sé fuori e dentro la pista. Non ha vinto, ma ha fatto vedere che rimane ancor viva in lui la voglia di correre e di mettersi in gioco. Per il prossimo campionato, nel 2009, partito Bayliss saranno moltissime le novità e molti anche i pretendenti al titolo di re delle derivate di serie.
Sebbene la crisi finanziaria globale colpisca anche il mondo dello sport, per fortuna degli appassionati di motociclismo il mondiale Superbike mantiene ancora l’uomo al centro dell’attenzione e senza vivere di eccessi, in stile F.1, il campionato 2009 offrirà uno spettacolo, a livello tecnico, superiore a quello visto quest’anno.
A sfidarsi contro la Ducati e le quattro sorelle giapponesi (Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki), scenderanno in pista anche le nuove squadre ufficiali di Aprilia e BMW. Si tratta di ingressi molto importanti, di case che punteranno subito in alto.
In Aprilia Max Biaggi, seppure tenga per ora un profilo molto basso, cerca di rinverdire i fasti del passato (3 titoli nel motomondiale, per questo binomio tutto italiano) in quella che sarà forse la sua ultima occasione di rivincita, avendo il romano ormai compiuto 37 anni. A fianco di Biaggi ci sarà il valido Shinya Nakano, l’ex-campione del mondo della 250cc: è una delle new-entry per il 2009.
BMW dal canto suo ha già impressionato, sia per il peso del proprio marchio, che impiegando ingenti risorse, disputa per la prima volta in assoluto un campionato mondiale di moto; sia per le dichiarazioni, apertamente mirate al voler essere subito competitivi. I test svolti sinora confermerebbero l’alto potenziale della S1000RR, che verrà condotta dagli esperti Troy Corser e Ruben Xaus.
La lista degli iscritti al Mondiale 2009 annovera poi una serie di ottimi piloti ma soprattutto, contrariamente alla MotoGP, è una lista affollatissima e variegata, comprendente giovani arrembanti e smaliziati professionisti di lunga data. In casa Ducati, ad occupare il posto di Bayliss, arriva il funambolico giapponese Nori Haga, che dopo una lunga permanenza in terra di Brianza, quale portacolori della Yamaha, proverà la nuova avventura sulla bicilindrica più famosa del mondo. Sempre nel team ufficiale, rimarrà il giovane Michel Fabrizio: a lui il compito di dimostrare che la maturità acquisita al fianco di un maestro come Bayliss, potrà ora permettergli di trovare la consistenza necessaria per vincere (è sempre auspicabile avere un pilota italiano vincente su Ducati, ma non facile, stando a quanto visto sinora).
Quella che è stata la seconda forza in campionato quest’anno, ovvero la Yamaha Motor (gestita della struttura brianzola diretta da Consonni e Meregalli), ha mostrato di non temere nessuno; forte del proprio potenziale tecnico, ha ingaggiato due giovani piloti provenienti dai campionati nazionali.
Persi i due storici portacolori, a Lesmo si ritroveranno insieme, nel 2009: Ben Spies, il dominatore del campionato AMA, ovvero la serie Superbike americana e Tom Sykes, proveniente dal BSB, il trofeo britannico.
Entrambi sono apprezzatissimi nell’ambiente, per le loro indiscusse doti di velocità, ma non hanno mai corso una stagione del mondiale Superbike. Poche occasioni sono però bastate a render l’accoppiata temibile per tutti, già da ora: non solo la R1 sembra la moto più equilibrata del lotto, ma Sykes ha preso parte come wild-card alle tappe inglesi del Mondiale di quest’anno, lottando con i primi ed arrivando addirittura sul podio a Donignton; mentre Spies si è permesso, sempre come wild-card, di correre in MotoGP tre volte sulla Suzuki, mettendosi dietro compagni di squadra ben più esperti di lui (Loris Capirossi e l’ex-iridato Superbike Chris Vermuelen). Sulla carena di Spies poi, quel numero 19 che molti ricorderanno anni fa esser stato portato da un altro giovane campione AMA, sbarcato in Europa: era il 1980 e si trattava di un certo Freddie Spencer (avrebbe poi vinto tre titoli mondiali). In casa Honda la squadra ufficiale 2009 confida nuovamente sull’esperto Carlos Checa, affiancato dal veloce giapponese Kiyonari, quest’ultimo davvero consistente già in alcune delle gare di quest’anno, alla sua prima stagione di Superbike (sue tre vittorie di tappa, nelle piste che già conosceva).
Sul fronte Suzuki, si attende la verifica della nuova moto, sapendo che la vera rivelazione della stagione è comunque stato il giovane tedesco Max Neukirchner, giunto quinto in campionato dietro ai quattro senatori e vincitore di due gare (fino a metà stagione è stato lui il principale antagonista di Bayliss).
Per Kawasaki, dopo le poche le soddisfazioni con il team SanMarinese PSG1 (che archivia una delle sue peggiori annate, causa continue difficoltà tecniche sulle ZXR) si prospetta una strada tutta in salita, con l’aggiunta del nuovo team ufficiale inglese di Paul Bird ed i suoi due piloti, Tamada e Parkes.
Nei vari test svolti singolarmente dai team sinora, si sono visti sempre sorrisi e giudizi positivi da parte di tutti, compresi quelli dei molti nuovi piloti inglesi, che sbarcheranno nel Mondiale 2009: da Leon Haslam (figlio di “Rocket Ron”, grande interprete della 500 a due tempi negli anni ottanta), all’esperto Shane Byrne, campione BSB in carica che sostituirà Max Biaggi nel team Ducati-Sterilgarda (è stato lui il più veloce nei primi test post-gara di Portimao); passando anche per Johnatan Rea, il grintosissimo vice-campione del mondo Supersport, che la Honda ha promosso in Superbike (ha già creato scompiglio in pista a Portimao, nella sua prima apparizione con la CBR1000).
La routine dell’inverno post-campionato vale in ogni caso poco, date le condizioni mutevoli e non uguali per tutti. Qualcosa in più sui reali livelli di competitività, lo sapremo a fine gennaio, quando, nei test ufficiali programmati dall’organizzazione, tutti i maggiori protagonisti si ritroveranno insieme in pista, a Portimao, con le rispettive nuove squadre. I riferimenti tecnici da tenere d’occhio, soprattutto dopo quanto intravisto durante le ultime gare (con le anteprime del Drive By Wire e delle sospensioni elettroniche), saranno ancora Ducati e Yamaha, ma sorprese potranno venire anche dalle nuove entranti.
Appuntamento quindi al primo di marzo, quando prenderà il via la nuova stagione iridata della Superbike, appuntandosi ovviamente sul calendario la data del GP d’Italia, che si disputerà a Monza il 10 maggio 2009

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