LA GIUSTIZIA E’ BENDATA, MA DOVE STA SCRITTO CHE DEVE ESSERE ANCHE SORDA?

Non sempre, cari amici, il silenzio è d’oro. Anzi, alle volte è peggio del piombo. Come sapete una sentenza del Tribunale di Milano (salvo augurabili riscorsi) obbliga l’autodromo nazionale di Monza a mettere la sordina a tutte le auto e le motociclette, comprese Formula 1 e Moto Gp, che correranno in pista. In uno Stato di diritto, le sentenze della magistratura non si discutono, si applicano. Ma una volta letto il dispositivo che le accompagna, si possono certamente criticare nel merito. Ed allora cosa pensare della “lunare” inibizione inflitta alla Sias e ai comuni di Milano e Monza “a svolgere attività motoristiche che prevedano l’impiego di mezzi non muniti di idoneo sistema silenziatore”?

E di un divieto che durerà “fino a quando non saranno adottate idonee misure di limitazione delle immissioni rumorose” lamentate da alcuni cittadini che, abitando nei pressi del parco, hanno ingaggiato una battaglia contro l’inquinamento acustico? Tanto per cominciare, si potrebbe chiedere al giudice se abbia una vaga idea di che cosa sia un’auto da corsa. E se si incaricherà lui di spiegare al signorile Montezemolo, all’irrascibile Ecclestone, a quel fracassone di Schumacher e all’ntero circo di impenitenti inquinatori a 350 orari, che d’ora in poi il magico boato delle Formula 1 sarà tramutato, per volontà sua e della nazione italiana che rappresenta, in mesto gorgoglio, uni scaracchio timido, al massimo soave pernacchietta…..Tra i molti tentativi di minacciare la vita del più storico e affascinante autodromo del mondo, questo è certamente il più bizzarro che cronista ricordi. Tre famiglie (tre avete letto bene) sono considerate parte lesa. Il loro diritto al riposino durante i weekend di gara è giudicato assai più importante dell’epos e della passione che richiama sulle gradinate centinaia di migliaia di appassionati. Passi pure questo. Tuttavia visto che l’autodromo non è stato costruito ieri clandestinamente nottetempo, ma sta al suo posto da un secolo, almeno una domanda è lecita: prima di trasferirsi nei suoi pressi, i cittadini offesi hanno dato un’occhiata alla carta geografica? Venivano da Marte e quindi ignoravano la presenza di quegli ingombranti vicini da mille hp? Oppure hanno finto di non vedere, di non leggere, di non sentire? Suvvia, siamo seri. E cerchiamo urgentemente un modo di uscirne senza cadere nel ridicolo di fronte al mondo. I possibili rimedi, dai doppi vetri ai tappi antirumore, sono a portata di mano, così come qualche compromesso intelligente sull’uso intensivo della pista da parte dei privati. Personalmente vivo non lontano dall’autodromo eppure lo amo, sono amico dei suoi amici, e non mi perdo un gran premio. Questione di gusti: per me il boato che rintrona è parte dello spettacolo. Una musica della modernità. Se la sentenza facesse scuola, anche a San Siro si dovrebbe gridare piano e alla Scala cantare a bassa voce. A Vale Rossi si potrebbe chiedere di fare vroom vroom con la bocca, e “miaooooo” come nella pubblicità, ma temo che non sarebbe la stessa cosa. D’accordo, la giustizia è bendata, e quindi cieca. Ma dove sta scritto che deve essere anche sorda?

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