Il futuro della Formula uno e le manovre di potere del ras Mosley
Il presidente della Fia, Max Mosley, dopo l’uscita di scena della scuderia Honda, accelera i tempi in tema di riduzione dei costi. Mosley ha presentato alle squadre un’offerta drasticamente meno costosa relativa al motore unico presentata da Cosworth.
«Abbiamo analizzato l’offerta – scrive Mosley ai team – e siamo ora in trattativa esclusiva con Cosworth. Il costo per ogni squadra che sceglierà questa opzione scenderà notevolmente, in pratica 6.42 milioni di euro a stagione dal 2010 al 2012. Questi costi si basano sulla prospettiva che almeno quattro team firmino l’accordo e comprende un supporto tecnico completo a tutte le corse e prove ufficiali per più di 30.000 chilometri».
Anche se l’idea di un motore unico aveva suscitato proteste da parte di parecchi fornitori, Mosley ha chiarito che le squadre non saranno costrette a utilizzare il motore unico se non lo vorranno. Tuttavia non sarà permesso loro di avere motori che consentano una migliore prestazione di quello standard. «Le squadre che costruiscono in proprio il motore – spiega Mosley – saranno comunque costrette a usare la trasmissione di XT».
Con un comunicato sul proprio sito la Fia scrive che «l’annuncio del ritiro da parte della Honda ha confermato la preoccupazione che il costo di partecipazione al campionato del mondo di Formula 1 è divenuto insostenibile. La crisi economica globale non ha fatto altro che peggiorare una situazione già critica. La Fia pertanto invita la Fota (Formula 1 Teams Association) ad impegnarsi per permettere la riduzione dei costi». Lo schiaffo di Mosley ai team. Loro discutono, lui fa il bando. «Abbiamo trovato un buon compromesso», sorride Martin Whitmarsh, amministratore delegato della McLaren, dopo oltre quattro ore di riunione con i capi delle altre squadre. Stefano Domenicali se la cava con una battuta: «Per questa volta la Ferrari non si ritirerà dal Mondiale».
In sintesi le note salienti del bando preparato da Mosley. Vale tutto: 6, 8, 10, 12 cilindri di dimensione a scelta, disposti a «V» o in linea, con o senza turbo. L’importante è che i cavalli siano 680, che il peso non superi i 100 chili e che ci sia l’attacco per il «Kers», il costoso dispositivo per il recupero dell’energia dispersa in frenata. Il cambio (meno di 50 chili) dovrà garantire il passaggio da una marcia all’altra in meno di 5 centesimi e funzionare per 6000 chilometri. Il vincitore dell’appalto non potrà vantarsene a fini pubblicitari. Inoltre, sarà tenuto a consegnare entro il 1° maggio 2009 un progetto dettagliato ai team che intendessero costruirsi tutto da sé. E a vigilare che il disegno sia rispettato nei minimi dettagli.
«Mosley fa sul serio – sostiene Patrick Head, comproprietario della Williams -. Se chiedesse alle squadre come pensano di tagliare i costi, troverebbe una serie di veti. Serve una strategia-choc per smuovere la Formula 1. La terapia sarà dolorosa».
E’ curioso che la Federazione internazionale automobilistica agisca d’autorità a pochi giorni da una riunione con la controparte e proprio nel momento in cui i team hanno trovato una certa compattezza. Secondo indiscrezioni, l’obiettivo è destabilizzare la neonata Fota (Formula one team association), cui è stato persino chiesto di cambiare intestazione perché «Formula one» è un marchio registrato che appartiene alla Fom di Bernie Ecclestone. I costruttori hanno fiutato il pericolo e all’appuntamento di Ginevra non andranno in blocco, per evitare che «big Max» tenti di dividerli per mangiarseli.
La trattativa è ancora lunga, però rischia di giungere allo scontro frontale. Con il pretesto della crisi finanziaria internazionale, si tentano rivoluzioni. Imboccata la strada della gara d’appalto, difficilmente la Federazione internazionale riuscirà a tornare indietro, anche se i tempi per partecipare sono ridicoli: in 19 giorni una persona riesce a malapena a pianificare i regali di Natale, figuriamoci la fornitura di prodotti ad altissima tecnologia. A pensare male si potrebbe supporre che il bando sia una pagliacciata con l’unico scopo di smuovere la situazione. A pensar peggio, che ci sia già qualcuno che ha il progetto pronto nel cassetto. L’anno prossimo riserva sorprese.