Il direttore di gara Daniele Galbiati sorrideva compiaciuto in mezzo al gruppo dei ragazzi nella rituale foto ricordo sul podio dell’Autodromo di Monza.
Giunti di buon mattino su di un pullman stracarico i ragazzi del l’oratorio “ San Carlo San Luigi” di Besana Brianza sciamavano vociando riempiendo di allegria un Autodromo insolitamente silenzioso e tranquillo in una giornata di questa strana estate.
In pista e nel paddock una scuola di pilotaggio BMW vedevano alternarsi gli allievi tra corsi teorici e pratici di guida in pista .
Noi Amici del Autodromo e del Parco in qualità di Cicerone e da accompagnatore con base logistica al nostro Tram.
Dopo aver depositato i loro zaini all’ interno della nostra sede in Autodromo eccoci girovagare per le stradine interne per recarci nei punti più strategici della nostra pista .
Il responsabile dell’ oratorio il sig. Bruno Bianchi dava sfoggio delle proprie capacità di coordinatore tenendo il gruppo dei ragazzi unito ed attento alle nostre spiegazioni e cenni storici del circuito .
Camminavo sorridendo nelle stradine in direzione sopraelevata, contagiato dalla frenetica ed istintiva allegria di questi ragazzi e come altre volte qui in Autodromo, ho percepito aleggiare nel vento una brezza, un soffio sul volto di forze sconosciute che determinano il nostro destino.
Viaggiando nelle zone rarefatte del mio pensiero mi ritrovo a fantasticare su come i miei giovani compagni di viaggio di questa insolita estate cambieranno in meglio questa nostra tanto bistrattata Italia.
Certamente il fallimento politico e sociale della mia generazione consegna a questi ragazzi un improbabile ed incerto futuro. Consegna a loro “una nazione che ignora il concetto di disciplina ed ignorandolo non lo connette con il concetto di libertà, una Italia povera nell’onore, nella conoscenza, nell’orgoglio e persino nella grammatica.”
Il compito di questi giovani è immane per trasformare questa nazione più seria ed intelligente, dignitosa quindi meritevole di rispetto. “Una Italia laica ma non imbelle. Una Italia che non si lascia intimidire fiera di se stessa. Una Italia che mette la mano sul cuore quando saluta la bandiera tricolore” .
Prioritaria è sempre la ricerca della libertà, libertà che la mia generazione non può che accomunare con il mito Americano.
Quello spirito di ribellione, consueto a tutte le nuove generazioni, la mia non poteva che essere insieme con Billy e Wyatt “ Capitain America “ sul ciglio di una strada a buttare via l’orologio da polso ed a bordo di una moto cristallizzare il desiderio di libertà vivendo “ on the road “ il sogno Americano; destinato però a soccombere sotto le sferzate della moralità perbenista sempre pronta a criticare e maltrattare i diversi
Che c’è di male nella libertà? La libertà è tutto.
Ah sì, è vero: la libertà è tutto, d’accordo… Ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato. E bada, non dire mai a nessuno che non è libero, perché allora quello si darà un gran da fare a uccidere, a massacrare, per dimostrarti che lo è. Ah, certo: ti parlano, e ti parlano, e ti riparlano di questa famosa libertà individuale; ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura.
Diceva Billy a noi ragazzi adolescenti degli anni 60 , ma siamo rimasti fermi lì al palo di partenza.
È consuetudine denigrare le nuove generazioni, pensando che abbiano perso i valori che hanno caratterizzato la precedente. La verità invece è che loro sono di gran lunga migliori di noi.
“La libertà prima di tutto. La nuova generazione è più libera di prima, libera dalle ideologie e dagli schemi culturali precostituiti, insofferente a tutte le classificazioni concettuali possibili, libera dai pregiudizi moralistici e religiosi, indifferente alle grandi campagne idealiste inconcludenti e ingannatrici e con tanta voglia di divertirsi, di essere se stessi e basta. “
E per questi ragazzi che stanno attraversando la loro linea d’ombra noi Amici dell’Autodromo e del Parco auguriamo di innamorarsi del Motorsport. Così facendo possono trovare qui in Autodromo un punto di riferimento, un porto di attracco dove sostare nel cammino della vita per una pausa ristoratrice per raccogliere le forze e la voglia di continuare il viaggio ; contemplando una passione che nasce potente in età adolescenziale e rimane immutata, anzi si irrobustisce, nel corso degli anni. Testimoniando che esistono punti di incontro fra generazioni differenti. L’amore e la passione per il motorsport accomunano, saldano differenze culturali e sociali altrimenti inconciliabili.
Qui in Autodromo, in certi momenti, essendo più vicini alla propria anima si può prendere coscienza e scoprire “ Se ognuno ha il suo destino o siamo trasportati da una brezza. “